A.D. Global Solution A.D. Bank Insurance Bail inLA NUOVA DIRETTIVA EUROPEA SULLA CRISI BANCARIA: IL BAIL IN

 

A.D. Bank&Insurance, divisione operativa in ambito bancario e assicurativo di A.D. Global Solution, presenta le ultime novitĂ  in tema bancario con le direttive UE.

parlamento europeo bruxelles A.D. Global Solution A.D. Bank Insurance Bail inIl 1° gennaio è entrata in vigore la nuova direttiva europea sulle crisi bancarie. Fra tutti gli strumenti spicca quello del bail in.

Il nuovo sistema di risoluzione delle crisi bancarie, introdotto da una direttiva della Comunità Europea, prevede che in caso di bancarotta, i soldi necessari alla ripresa saranno reperiti all’interno della banca (bail-in) e non più da fonti esterne (bail-out).
Gli oneri di un’eventuale crisi bancaria ricadranno prima sugli azionisti, poi su chi possiede obbligazioni, fino ad arrivare ai grandi correntisti (con depositi sopra i 100 mila euro).
La nuova normativa attribuisce alla Banca d’Italia, in caso di crisi di un istituto di credito, il compito di decidere quali misure adottare.

Le possibilitĂ  sono 3:

  1. la liquidazione coatta amministrativa;
  2. la riduzione del valore delle azioni della banca o la conversione dei crediti in azioni (bail-in);
  3. la risoluzione.

Nel caso in cui l’azzeramento del capitale non sia sufficiente a coprire le perdite e non si voglia considerare la strada della liquidazione, si opta per il bail-in. Applicare il bail-in significa svalutare azioni e crediti e convertirli in azioni, con l’obiettivo di assorbire le perdite e ricapitalizzare la banca in crisi o una nuova entitĂ , che ne porti avanti le funzioni essenziali. L’intervento pubblico è previsto solo in circostanze straordinarie, per evitare ripercussioni serie sul sistema finanziario.
L’ultimo processo (quello di risoluzione) verrebbe avviato solo se ritenuto necessario nell’interesse pubblico.
Cioè quando non sia possibile evitare il dissesto tramite misure di natura privata (come aumenti di capitale) e nei casi in cui una liquidazione ordinaria metterebbe a rischio la continuità delle funzioni della banca, la stabilità finanziaria e la situazione di depositanti e clienti.

Se ricorrono queste condizioni, la Banca d’Italia può:

“Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea, ha lanciato un messaggio preciso sui problemi del settore bancario: bisogna applicare con coerenza le regole sul bail-in – quelle che coinvolgono le obbligazioni non garantite e i conti correnti superiori ai 100mila euro nei salvataggi delle banche – e occorre assicurare «che la fiducia nella sicurezza dei depositi sia ugualmente alta in tutti i paesi membri dell’area euro creando uno Schema europeo di garanzia sui depositi”.

Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, sottolinea frattanto la soliditĂ  del sistema del credito italiano. “Le banche italiane sono ben patrimonializzate e non occorrono ulteriori aumenti di capitale, ma qualcosa nel meccanismo di prevenzione delle crisi del sistema finanziario non ha funzionato a dovere e occorre rivedere alcune delle nuove norme sul bail in adottate a livello europeo.”
bandiera ue A.D. Global Solution A.D. Bank Insurance Bail in“E’ rivolta soprattutto a Bruxelles, e ai rappresentanti italiani che siedono nelle sedi istituzionali dell’Unione europea l’appello forse più importante lanciato da Visco. Le nuove norme sul risanamento e sulla risoluzione delle crisi bancarie (Bank recovery and resolution directive, Brrd) contengono «una clausola, da avviare entro giugno 2018».
Secondo Visco «è auspicabile che questa occasione sia ora sfruttata, facendo tesoro dell’esperienza, per meglio allineare la disciplina europea», aggiunge Visco. Il riferimento va chiaramente alle norme note come «bail in», appena entrate in vigore, che hanno anche in parte contribuito alle turbolenze sui mercati di gennaio.”

La soluzione italiana per la gestione dei crediti in sofferenza concordata con l’Europa è «promettente». Lo ha detto – secondo quanto riferisce Bloomberg – il commissario Ue alla concorrenza Margarethe Vestager, sottolineando però che l’efficacia è legata alla scelta delle singole banche sull’adottare o meno lo schema che, in ogni caso, «è ben bilanciato, concreto» e non rappresenta «assolutamente un aiuto di Stato, visto che è un meccanismo di mercato».
Lo schema di bad bank progettato dal Governo italiano aiuterĂ  le banche a ripulire i bilanci dai crediti deteriorati, ad attirare capitali freschi e a riprendere a dare credito.

I costi del salvataggio «sono stati sopportati, oltre che dai detentori di azioni e obbligazioni subordinate, per la maggior parte dal sistema bancario attraverso il neo-costituito Fondo di Risoluzione» , ha aggiunto il Governatore, tenendo a sottolineare in modo particolare che «non vi sono stati trasferimenti di risorse pubbliche». A questo proposito, Visco ha aggiunto che «tra le iniziative che il sistema bancario italiano deve considerare per contenere i costi di una crisi per i risparmiatori rientra la predisposizione di meccanismi volontari di intervento, aggiuntivi rispetto ai sistemi obbligatori di garanzia dei depositanti». Il costo di quest’ultimo meccanismo, che non figurerebbe un aiuto di Stato, sarebbe a carico quindi del sistema bancario, e «sarebbe compensato dai benefici che ne trarrebbero tutti gli intermediari, grazie alla rafforzata fiducia e all’accresciuta stabilità del sistema».

Ma la Banca centrale europea non condivide la richiesta di una revisione o di una sospensione della direttiva Brrd avanzata dalla Banca d’Italia e da alcuni circoli accademici italiani, nonché da alcune recenti “improvvisate” mozioni di parlamentari.
Ne quantomeno c’è in programma una revisione della direttiva europea sul bail in. Questa è l’unica indicazione che arriva dalla Commissione Ue.


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